La vita è adesso
Scritto da La cinciallegra il 16 Agosto 2011.
Rachele, da Londra, ci ha appena regalato, “in diretta”, una testimonianza su come vive e cosa prova, lì, una adolescente di una tranquilla cittadina italiana, in questi giorni “caldi” (e non mi riferisco al clima, obviously…).
Mi ha fatto riflettere aver ricevuto, a ferragosto, la sua mail e il suo ‘pezzo’ da Londra: significa che ha pensato al LogBelli, e ne ha pensato come una risorsa. Significa che ha compreso cos’è il giornalismo: tempismo e voglia di raccontare e di condividere ciò che si vede e ciò che si vive. Significa (lo si percepisce dalle sue riflessioni) che questa giovane, che si appresta ad iniziare la quarta liceo linguistico, si sta ponendo delle domande sulla vita e sulla “storia” (che, non dimentichiamolo, è anche il presente!) e già questo, a diciassette anni, non è affatto scontato.
Confessa di “non capire”, Rachele, e…ha ragione. Perché laddove a riempire le prime pagine dei media londinesi e mondiali è la violenza, lo scontro, la cronaca di una città “a ferro e fuoco”, la mente umana, una mente umana equilibrata, “non comprende”.
Rachele, nel suo ‘pezzo’, non solo si pone domande, ma sta imparando a darsi risposte: a farsi le sue idee (ragionate e ragionevoli) sulla vita.
C’è un’altra cosa che mi ha colpito. Ricordando l’invito che avevo rivolto alla classe alla fine dell’anno anno scolastico, scrive che il suo contributo è pensato come antidoto ad un possibile letargo estivo del LogBelli. Ho riflettuto anche su questo.
Grazie, Rachele, perché rammentandoci che mentre molti di noi (docenti e studenti) sono in vacanza, nella tranquillità e spesso nella monotonia di giornate in cui pare nulla accada, ci ricordi che basta voltare l’angolo e pare di essere in un altro mondo. (Per la verità, basterebbe aprire gli occhi e anche guardando con un po’ di curiosità e di attenzione alle nostre giornate, qui, ce ne sarebbero, di cose, da raccontare!)
Il tuo articolo è come un pizzicotto, e sveglia dal letargo chi sta rischiando di caderci, confondendolo con il meritato riposo dopo le fatiche scolastiche. Svegliano dal letargo anche le tante cose belle o dolorose che ci accadono ogni giorno. Basta essere vigili.
Non è detto che tutti debbano per forza pensare al LogBelli, quando accade loro qualcosa di interessante; non è obbligatorio precipitarsi al pc e scrivere un articolo. Quel che conta è che si cominci ad avere uno sguardo attento alla realtà. Non a “dimostrarlo” scrivendo: non è indispensabile. Impararlo sì, occorre!
Perché guai essere a Londra e non accorgersi di cosa sta accadendo intorno a sé, e non porsi domande, e non cercare risposte. Guai lasciarsi prendere dal torpore anche nella vita qui. Il “letargo” è sonno lungo, magari sogni bellissimi, ma lancette dell’orologio che imperterrite continuano a girare e, per noi, vita persa.
“Letargo” è anche la catalessi cercata: lo sballo di vacanze autolesioniste (o lesioniste) di chi crede che la felicità si trovi…fuggendo (dalla quotidianità, dalle regole, dalle responsabilità, dalla fatica, dai problemi…).
Grazie, Rachele! Ci hai ricordato che LA VITA E’ ADESSO.