Scrivono i Prof

La saggezza di un fiore

Scritto da La cinciallegra il 09 Settembre 2010.

Giovedì. Mercato. Incrocio Mirco: amico, collega, scrittore. La scuola inizierà tra poco ed è inevitabile che il discorso caschi lì. Ma c’è un “prima”.
Lui che apre il suo delizioso, inseparabile quaderno degli appunti e mi mostra un fiore “parlante”, appena disegnato. “Oggi è una bellissima giornata”, dice il fiore. Che subito aggiunge: “Ma non è causa mia”.
La conversazione sarebbe potuta finire così: con il bacio sulla guancia di due amici che si incontrano senza darsi appuntamento, un giovedì. E questo “fumetto”.
Già la giornata, in questa consapevolezza stupita della gratuità e della bellezza dell’esistere, avrebbe avuto un senso.
E invece il discorso è continuato.

Mirco che fa i complimenti alla cinciallegra e al LogBelli, e, tra una risata e l’altra, una riflessione e l’altra, noi che ci chiediamo cosa ci spinge ad entrare in classe con il sorriso negli occhi e, nel cuore, uno sguardo positivo. Sempre. Nonostante gli anni che passano per entrambi.
La risposta, pur con parole diverse, è la stessa. E’ la passione per i volti che ci vengono incontro, che ci interrogano senza darci tregua; che ci chiedono ragione di quel sorriso e di quello sguardo.
Sono mani giovani che – talvolta maldestramente, o inconsapevolmente – cercano mani adulte da cui farsi accompagnare “in questo gomitolo di strade”, come scrive Ungaretti. Il “gomitolo di strade” che era la vita sua ed è, in realtà, la vita di tutti gli uomini di tutti i tempi.
Ad un tratto, Mirco sembra cambi discorso. Ma è solo apparenza.
“Vedi”, esordisce, “o le conoscenze e le competenze c’entrano con ciò che sei, aiutano a vivere meglio, o non servono a nulla”. E, per farmi capire cosa ha in testa, spiega: “C’è una differenza tra conoscenza e informazione. L’informazione si ferma a livello cerebrale, la conoscenza si fa invece comportamento, si fa azione consapevole. Sui pacchetti di sigarette c’è scritto ‘Il fumo nuoce gravemente alla salute’. I ragazzi fanno propria questa informazione, ma continuano a fumare. Quell’informazione, infatti, non diventa conoscenza, non si fa comportamento e, quindi, come informazione non serve a nulla”.
Poi prosegue: “Insegni ad un bambino che se tocca il fuoco si brucia. Ecco. Quell’informazione, diventata conoscenza e quindi comportamento, fa sì che il bambino eviti di mettere le mani sul fuoco ogni volta che lo incontra. Sa veramente che il fuoco brucia”.
Certo, se riuscissimo a trovare la formula che sempre trasformi le conoscenze in competenze così “sicure”: indelebili tatuaggi per la vita, darebbero il Nobel alla cinciallegra e al suo amico Mirco, che, un giovedì, ha disegnato un fiore felice, grato di essere al mondo.
Del resto, se educare fosse facile come bere un bicchiere d’acqua, probabilmente sarebbe meno affascinante, perché non ci costringerebbe a mettere costantemente in gioco energie nuove. E creatività. E, soprattutto, ci farebbe correre il rischio di non avere la percezione dei nostri (e degli altrui) limiti. Della nostra (e altrui) libertà. Solleticherebbe pericolosamente troppo la nostra vanagloria e la sciocca presunzione di onnipotenza.
Però è stato bello, giovedì, al mercato, capire che, quando siamo a scuola, ad entrambi non basta spiegare “vita, morte e miracoli” di quell’autore della letteratura italiana, o storia e cronistoria del…Risorgimento, tanto per citare un argomento che già ci esce dalle orecchie, prima ancora che si sia cominciato a parlarne seriamente.
E’ stato bello capire che, soprattutto, non basta ai ragazzi che abbiamo di fronte.
E’ alla loro sete di bellezza, di giustizia e di verità che siamo chiamati a rispondere, pur continuando ad insegnare l’italiano e la storia. Perché diventino più uomini. Perché diventino più donne. Perché diventino adulti maturi, liberi e consapevoli.
E perché le competenze siano non solo “certificabili” a penna e dunque a parole (questo la normativa richiede) ma “carne”. “Vita”. Un modo maturo di stare al mondo e di leggere, interpretare e giudicare la realtà.
Allora e solo allora saranno realmente “spendibili”.

P.S. Ha proprio ragione il fiore di Mirco, che sa stupirsi di ogni secondo regalato ed ha voglia di viverlo con pienezza, tanto che un giovedì “qualsiasi” può rivelarsi, imprevedibilmente, un bellissimo giovedì!

P.P.S. Un giorno o l’altro qualcuno forse rivelerà alla cinciallegra nome cognome e indirizzo di quel decorticato che ha pensato di traghettare nella scuola termini economici come “debito”, “credito”, “spendibilità” e paccottiglia lessicale simile, che nulla, ma proprio nulla, ha a che fare con l’ambito educativo. La cinciallegra farà un voletto a quell’indirizzo e lascerà…un “ricordino”.
Trattasi di Commissione e non di un singolo?
Nessun problema: tanti membri della Commissione, tanti voletti, tanti…“ricordini”.

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