Editoriale d'inizio settembre
Scritto da La cinciallegra il 05 Settembre 2010.
CONTO ALLA ROVESCIA
Certe volte la cinciallegra vorrebbe avere il dono dell’ubiquità. O essere dotata del teletrasporto, in modo da trovarsi dove desidera essere. Detto/fatto. Un solo battito d’ali, un’occhiatina e…via da un’altra parte.
Prima che inizi l’ anno scolastico, le prende sempre questo desiderio irrefrenabile ma purtroppo irrealizzabile. Vorrebbe essere nelle case di tutti gli studenti e di tutti i colleghi. Anzi, non esageriamo. Non nelle case. Le basterebbe starsene un po’ sui davanzali, con discrezione. Osservare. Cercare di capire e poi…via. Non per “spiare”. Così… Per farsi un’idea.
Quanto poco sappiamo, noi insegnanti, dei ragazzi che avremo di fronte per un intero anno scolastico! Quanto poco sappiamo, dei colleghi con cui lavoriamo, gomito a gomito, nei Consigli di classe!
Niente dono dell’ubiquità nemmeno quest’anno, cara cinciallegra. Vedi di fartene una ragione.
E siccome nessuno ha ancora inventato il teletrasporto, tocca lavorare come sempre con un po’ di fantasia, immaginando, al di là dei preparativi “tecnici”, che tanto coinvolgono studenti e famiglie in questo periodo (portafogli che si alleggeriscono per l’acquisto di libri e materiale scolastico), cosa frulla nella mente e nel cuore degli studenti. Cosa frulla nella mente e nel cuore degli insegnanti.
Siccome la cinciallegra non è nemmeno dotata di palla di vetro o di poteri magici, l’impresa potrebbe sembrare impossibile. Invece no.
Perché anche la cinciallegra è stata studentessa. Anche la cinciallegra è un’insegnante. E pure mamma di due studenti di scuola superiore.
Guarda con occhio attento i suoi figli, in questi giorni di “conto alla rovescia”, e immagina i loro coetanei. Guarda curiosa dentro se stessa e non fatica ad immaginare i colleghi.
C’è qualcosa che – ne è certa – accomuna tutti, ma proprio tutti coloro che varcheranno la soglia delle aule. Quello strano sapore agrodolce, dato dalla tristezza per le vacanze che stanno finendo e dalla curiosità per il cammino che sta per iniziare.
Gustiamolo tutto, questo sapore! Accogliamolo così, per quello che è. Senza “correggerlo” a tutti i costi, temendo che sia cosa di cui vergognarsi un po’, convinti che sia ora di indossare la “maschera” da prof. o da studente che almeno si sforza (i primi due o tre giorni), di essere uno studente-modello.
Le vacanze vissute non vanno accantonate o nostalgicamente relegate nella stanza dei ricordi belli, luogo in cui rifugiarsi quando la quotidianità (e cioè la vita) si fa dura.
Le vacanze possono e devono essere lo zaino mezzo pieno con cui entriamo in classe. Una ricchezza da cui partire. Perché se qualcosa dalla vita (prima ancora che dalla scuola) dovremmo ormai aver imparato, docenti e studenti, è che strutturalmente il cuore dell’uomo non è fatto a compartimenti stagni.
Lasciamo dunque che ciò che è accaduto durante le vacanze (belle, brutte, faticose, noiose, spensierate, indimenticabili, sempre troppo brevi…) faccia irruzione in classe, perché sicuramente ci ha regalato qualcosa, è diventato parte di noi e ci ha fatto crescere un po’.
Non permettiamo che la vita resti fuori dalla porta, perché qualcuno ci ha fatto credere che “la scuola è un’altra cosa”! I primi giorni sui banchi si possono iniziare benissimo (anzi meglio!) senza i libri; ciò che non è possibile dimenticare a casa è il cuore, la propria umanità. Solo così ciascuno avrà qualcosa da insegnare e qualcosa da imparare. E nulla andrà sprecato.
E poi, sembrerà una banalità, ma il 13 settembre è, nel calendario e nella vita, semplicemente ma meravigliosamente “solo” la prosecuzione del 12 settembre. Senza cesure. Altri battiti del cuore regalati e di cui essere consapevoli e quindi grati. Altro tempo da edificare, mattone su mattone, su fondamenta già esistenti.
Con lo stupore e la commozione che si prova nel vedere un edificio che, inizialmente solo abbozzato, giorno dopo giorno svelerà la sua imprevedibile, inimitabile bellezza. Un unicum. Come la vita.
La cinciallegra