Scrivono i Prof

Cercasi pseudonimo

Scritto da La cinciallegra il 03 Maggio 2010.

Cercasi pseudonimo

“Cercasi pseudonimo”. Eh sì, perché neanche il tempo di presentarci come “LogBelli”, giornalino on-line del nostro Istituto, e già nome e cognome della sottoscritta sanno di inflazione.
I colleghi, per la verità, possono testimoniare che da ottobre, tra i corridoi e la sala insegnanti, si aggira sorridente, ma pure un po’…insistente, una donna-sandwich (avete presente in qualche film d’epoca quei tizi di cui si scorgevano solo testa, mani e piedi spuntare dai cartelloni pubblicitari che li avvolgevano completamente, rendendoli simili alle carte animate del film Disney “Alice nel Paese delle meraviglie”?). Mancavano i cartelloni pubblicitari, ma non c’è docente al quale non abbia chiesto più volte di scrivere qualcosa per il LogBelli.
La scuola, al mattino e al pomeriggio, ci impegna molto, il tempo è poco, non tutti amano scrivere, ciascuno di noi ha famiglia e dunque, finora, solo alcuni colleghi sono riusciti a regalarci qualche prezioso contributo. E così, tra editoriali ed articoli vari, incappo una volta, e due e tre e quattro sul mio nome e cognome e, se dico che mi stufo io, non oso pensare la reazione dei lettori!
Ergo: “cercasi pseudonimo”.

Correva l’anno 1978. Insieme ad un nutrito gruppo di amici cattolici abbiamo pensato di dare vita ad una piccola compagnia di cabaret. (“Cooosa?! La professoressa Saro faceva cabaret? Che scoop!” Oui. La professoressa Saro ha fatto ANCHE cabaret. Tranquilli: aveva 15 anni e il rischio di rivederla sotto quelle spoglie è ora davvero poco probabile, per decenza sua e per fortuna vostra!).
Bene. La compagnia, che ha orgogliosamente fatto, ad onor del vero, pure le sue tournée in alcune piazze veneto-friulane, aveva nome “La cinciallegra”. In realtà, al soggetto “la cinciallegra” era accompagnato ciò che trascrivo di seguito e che chiarisce – ne sono certa – il senso della coraggiosa scommessa di allora.
“La cinciallegra/ garrula e vivace/ tenuta sempre in gabbia/ per non turbar la pace”.
Altri tempi, quelli! Tempi in cui la realtà era una provocazione continua; era una realtà che ti “pro-vocava”, ti chiamava urgentemente ad andare verso di essa, a viverla fino in fondo e ad andarci con consapevolezza, con un atteggiamento positivo e pro-positivo e con un giudizio che raccontasse chi eri. Anche se avevi “solo” quindici anni.
Si parla della fine degli anni Settanta: rapimento e uccisione di Aldo Moro, brigate rosse e nere (e magari mi riferissi al Milan!), elezione al soglio pontificio, per soli 33 giorni, di Giovanni Paolo I (non interesserà a nessuno, ma ricordo commossa che proprio da lui, quand’era Patriarca di Venezia ed io abitavo a Jesolo, mi è stata conferita la Cresima) e poi, ad ottobre, di Giovanni Paolo II. Periodo denso di avvenimenti storici importanti, quello a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta; periodo in cui non potevi esimerti dal chiedere al tuo cuore da che parte stare e, soprattutto, dal renderne esplicite – testimoniandole – le ragioni.
Chissà se noi, prof. di storia di quinta, riusciremo, da qui alla fine dell’anno, almeno ad accennare, ai nostri studenti, che “groviglio” sono stati, e di che densità, gli ultimi trent’anni del Novecento!
Ma torniamo alla “Cinciallegra”. Più ripenso a quei tempi, più ripenso a quell’esperienza di cabaret, con testi e musiche creati da noi; con testi e musiche che raccontavano ironicamente, ma serissimamente, come vedevamo il mondo e le sue contraddizioni, e le sue ferite, e il suo travaglio, e più sento che “Cinciallegra”, come pseudonimo, mi piace.
Intanto il nome contiene…un pizzico di allegria, e già questo mi pare positivo. Sento che mi corrisponde.
E’ vero che ora non posso dire di sentirmi in gabbia (peraltro sfido chiunque ad “ingabbiare” una come la sottoscritta! Impresa ardua e, vi avverto, inutile: parlerei – o, “cinciallegra”, canterei – anche da dietro le sbarre. Sicuramente più forte. Davvero non conviene).
Se penso, invece, ai miei interventi in Collegio docenti, o nei Consigli di classe, o agli articoli scritti sin qui, beh, allora sì: mi tocca ammettere che un po’, la “pace”, la turbo. E pure la burocrazia e lo “scolatichese” e le scartoffie. E pure il “quieto vivere”.
E’ proprio più forte di me: se per amore della verità e/o del mio compito di insegnante ed educatrice sento di dover dire qualcosa, non taccio neanche se sono afona, neanche se mi incerottano la bocca e devo esprimermi a gesti, e, quel che è peggio, non mi intimorisce nessunissimo interlocutore.
“Garrula e vivace”. Ci sta.

C’è un’altra ragione per cui, d’ora in poi, penso che con l’inchiostro simpatico renderò invisibile “prof.ssa Luisella Saro” e mi firmerò “La cinciallegra”.
E’ un motivo…poetico.
C’è una deliziosa poesia di Pascoli, tratta dai Nuovi Poemetti, che si intitola proprio “La cinciallegra”. Vo risparmio il testo (ho appena detto che sono stufa di “fare la prof.”!); chi vuole, può leggerlo per conto proprio. Racconta di quest’uccellino che assiste, discreto, ad un dolcissimo incontro pieno di pudore (erano proprio altri tempi!) e lo accompagna, come una colonna sonora appena sussurrata.
Mi vedo un po’ anche in questa descrizione. Mi pare racconti il lavoro che faccio e il privilegio, che sento e vivo come un dono, di osservare la realtà da un punto di vista assolutamente speciale. E anche il mio desiderio di essere una “presenza”, discreta, ma possibilmente significativa, per i ragazzi che di anno in anno non scelgo, ma mi vengono affidati.

Sapete poi cosa ho scoperto? In Lombardia la cinciallegra viene chiamata “speranzina”.
C’est moi! L’incontro con l’avvenimento cristiano, con una Presenza che mi rinnova ogni giorno e, pur con tutti i miei limiti, mi rende chi sono, mi invita a guardare alla realtà e alle persone senza pre-concetti , ma con…speranza, come immagine e somiglianza del Creatore, come dovevano essere nel pensiero di Dio.
E così, guardando ogni cosa per quel po’ di bene che sento per certo che ha dentro, persino a dispetto di ciò che appare ai miei occhi miopi, la sento fraterna, compagna di cammino e sempre possibile di perfezionamento.

Ho deciso. Oggi, proprio oggi, tolgo le vesti da “prof.ssa”, saluto tutti, metto virtualmente le ali e d’ora in poi, in calce agli articoli del LogBook, mi firmerò così: “La cinciallegra”.
Allegra come mi conoscete, rompiscatole come mi conoscete, contro-corrente come mi conoscete, ma sempre…Speranzina.

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