Progetti e attività

IN ARGENTINA CON AFS - INTERCULTURA

Scritto da Vittoria Tolotto il 18 Gennaio 2011.

L’esperienza che sto facendo in Argentina con Intercultura ha dei risvolti interessanti sotto tutti i punti di vista. Quello che ha inciso di più, oltre al fatto di sentirsi “parte” di una famiglia, è la vita a scuola: l’Istituto superiore “Dante Alighieri” di Venado Tuerto. Nella mia permanenza in questa città, che conta circa centomila abitanti, ho potuto conoscere anche altre scuole, grazie alle diverse persone che ho incontrato in questi mesi. L’impressione che, in generale, ho avuto della vita scolastica qui è quella di una scuola “vivace”, dove gli studenti partecipano anche ad attività socializzanti, oltre che di studio.  La scuola argentina, infatti, molte volte all'anno, dedica giornate intere per festeggiare qualcosa. Gli Istituti, in queste occasioni, rimangono aperti, anche se non vi si svolgono lezioni.  Io ho avuto la fortuna di partecipare alla "FESTA DELLA PRIMAVERA", ma ve ne sono anche altre, come “la festa bel bambino”, “la festa dei professori” , “la festa dei ragazzi”. A questi eventi e alla loro organizzazione partecipano tutti: insegnanti e studenti, ed è una bella occasione per creare un clima di amicizia e simpatia.
Per quanto riguarda gli insegnamenti, nella mia scuola (che ha un indirizzo tecnico-commerciale), ho notato una forte presenza della matematica. Come in Italia, anche qui la giornata scolastica è divisa in ore: il lunedì abbiamo sempre avuto due ore di “sistema”: una materia che mi ha insegnato a fare fatture, remiti e contabilità; poi inglese, italiano, due ore di geografia ed infine un’ora di tecnologia. Ogni giorno l'orario cambiava e le ore di ogni materia si distribuivano per tutta la settimana. Non esistono materie che vengono studiate solo per un semestre o trimestre; rimangono presenti tutto l'anno. Ogni materia ha, come in Italia, un determinato programma che deve essere svolto entro l'anno scolastico. Se devo essere sincera, per me questa scuola, pur gratificante, non è stata tanto semplice. Una cosa differente rispetto al nostro sistema scolastico è la mancanza dell’assegnazione dei crediti formativi. Il giudizio per ogni alunno viene assegnato per ciò che fa a scuola e per i voti che prende.
Sin dall'inizio, pur essendo io straniera e non conoscendo la lingua, ho dovuto svolgere le stesse verifiche e interrogazioni dei miei compagni. L’unica agevolazione che avevo - ma solo per le prime settimane - è stata poter eseguire le verifiche in italiano (dato che nella mia scuola si insegna anche la nostra lingua). Non appena appresa un po’ la lingua locale, sono stata considerata come gli altri e non ho più avuto alcuna agevolazione. Potevo però sicuramente contare sull’aiuto da parte dei professori, nel caso non avessi compreso qualcosa. Le lezioni che seguivo più volentieri erano sempre quelle di letteratura, perché con la professoressa si era creato un rapporto particolare. L’insegnante arrivava, salutava, scambiava due parole con noi e poi iniziava la lezione, mai pesante; non ci caricava di argomenti e soprattutto dedicava  molto tempo alle nostre domande di chiarimento. Una cosa che ho apprezzato veramente tanto è il fatto che al termine di ogni lezione mi dedicava qualche minuto per essere sicura che non avessi dubbi.
Il sistema scolastico argentino non ha molte differenze, se paragonato al nostro. Non esistono corsi che si scelgono di frequentare, poiché ogni studente, all'inizio della scuola secondaria, sceglie il suo indirizzo sapendo già le materie che lo caratterizzano. Una differenza è la suddivisione dell'anno scolastico: qui non è diviso in due semestri, come da noi, ma in tre quadrimestri, cosicché per gli studenti e per i genitori è più facile conoscere il rendimento e potersi attivare in tempo per recuperare eventuali carenze nelle materie. Un’altra particolarità è data dal fatto che qui gli studenti hanno la possibilità di scegliere se frequentare la scuola la mattina o il pomeriggio: ogni alunno, fin da quando è piccolo e inizia le elementari, può scegliere se iniziare alle 7 o nel primo pomeriggio, alle 13.
Ora qui è estate e la scuola è finita, e così sta per finire anche la mia esperienza. Posso dire con certezza che la scuola è stata la base della mia vita qui; subito dopo, in un’ipotetica classifica, posso mettere la famiglia, che, composta da persone eccezionali, mi ha permesso di avere amici e di conoscere un po’ di più  questo paese. E’ stata davvero un importante punto di riferimento.
La sfida più seria è stata quella di dover apprendere a leggere, scrivere e fare le verifiche e le interrogazioni  in un'altra lingua; ciò mi ha però permesso di fare esperienze nuove, di confrontarmi con gli altri e soprattutto di crescere. Ho avuto la fortuna di capitare in un una buona scuola, che mi ha accolto con calore e mi ha  aiutato ad inserirmi fin dal primo giorno. Gli insegnanti sono stati pazienti e mi hanno capita ed aiutata. Ringrazio tutti infinitamente.
Interessante anche l’impatto con l’Argentina e la città di Venado Tuerto. L’Argentina è una nazione ancora giovane e, per quanto riguarda l'industria, non è molto sviluppata. L'agricoltura invece è molto importante. Per quanto riguarda l’edilizia, ho osservato che al nord è più probabile trovare case povere, molte baracche; mano a mano che si va verso il sud, l’aspetto delle case migliora. Questo dipende dalla condizione economica del Paese, che al sud è più ricco che al nord,  dove è più facile trovare gente che discende dai famosi indios, i veri Argentini.
Per ciò che concerne la storia argentina, l'evento più importante è sicuramente il momento in cui, all’inizio dell’Ottocento, si è resa indipendente dalla Spagna. Relativamente alla storia recente è importante ricordare il colpo di stato contro il presidente Peron, avvenuto nel 1962. In quell’occasione i militari si introdussero nella Casa Rosa, la casa presidenziale. A questo “golpe” ne seguì un altro nel 1976. In quell’occasione ci furono molti morti e molti scomparsi, come i trentamila “desaparesidos”, perché la gente di potere non voleva la democrazia che in quel tempo non era organizzata. Nel 1982 iniziò la guerra delle Malvinas contro l'Inghilterra, che vinse, e che ancora oggi tiene sotto il suo potere l' isola di cui la guerra porta il nome. Dopo tante vicende buie, le cose migliorarono con il ritorno della democrazia nel 1983, accettata dalla gente grazie al Presidente Raul Alfonsin.
 
Le tradizioni, i costumi e le feste sono molte. Le più tipiche avvengono nella data che ricorda l’indipendenza; tipico di questa festa è unirsi a mangiare il famoso asado (o meglio: il buonissimo asado!).
La religione dominante è sicuramente il cattolicesimo, molto sentito dalla gente. Segnale di questo stretto rapporto con la religione è il fatto che ogni volta che si passa di fronte ad una chiesa si fa il segno della croce. Rilevante è anche la presenza della religione evangelista.
Penso di poter definire la società argentina più o meno di classe media, ma la non omogenea distribuzione della ricchezza fa sì che ci sia una classe sociale di persone ricche (che possiedono terra e campi), poi c’è la classe media degli operai, e poi ci sono i poveri. Questi ultimi infondono molta paura alla gente, poiché la cronaca registra molti furti e molte aggressioni.
Con la democrazia iniziarono a votare anche le donne, quindi è da poco tempo che, qui, il mondo femminile ha gli stessi diritti di quello maschile. Simbolo di questa “emancipazione femminile” è il fatto che oggi al governo dell'Argentina c’è una donna, Cristina Fernande.
 
Per quanto riguarda la cultura musicale, importanti esponenti sono Mercedes Sosa e Argentino Luna, tipici cantanti folkloristici. La danza argentina, come è noto, è famosa in tutto il mondo; il tango è infatti da sempre considerato il ballo simbolo del Paese che mi ha ospitata. E’ una danza che “unisce”, in quanto si balla in qualsiasi piazzola, indipendentemente dallo status sociale. Ballerini famosi sono: Piazzola, Mariano Mores e Gardel. Tra gli attori famosi nominerei Federico Lupi, Ricardo Darin e, tra gli scrittori, Cortazza, Coelho e Benedetti.
 
In conclusione posso affermare che mi sento fortunata per aver avuto la opportunità di vivere questo periodo in un grande paese come l’Argentina e di aver conosciuto ed apprezzato una cultura diversa. Ho avuto anche la fortuna di fare dei viaggi in autobus sia al Nord che al sud, conoscendo aspetti molto differenti e suggestivi del paese, spostandomi anche di migliaia di chilometri in strade con rettilinei interminabili attraverso la Patagonia o ai limiti della foresta amazzonica.
È stata un’esperienza unica! Mai dimenticherò tutto questo e tutto ciò che ho potuto conoscere, vivere ed imparare, anche se non sono mancati i momenti in cui la nostalgia si è fatta sentire: in certe occasioni mi è mancata la famiglia, in altre avrei voluto avere vicino gli amici di sempre; fortunatamente sono stati momenti brevi.
Ripensando alle volte in cui sono stata triste, e a quelle in cui mi sono sentita “a casa” pur essendo a migliaia di chilometri dalla mia famiglia italiana, affermo con certezza che il bilancio finale è sicuramente positivo, e mi sento anche di dare un consiglio: chiunque abbia l’opportunità di fare un’esperienza simile non abbia alcun dubbio e si butti senza paura, perché è certo che si sta andando a fare o, meglio, a VIVERE qualcosa di stupendo. E’ un’esperienza da non perdere, un’avventura che cambia la vita.

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