Una guerra di soli vinti
Scritto da Michele Grotto il 24 Marzo 2016.
Bruxelles, 22 Marzo 2016. Inutile parlare di numeri. Inutile e dannoso. I numeri possono rendere l'idea dell'accaduto, ma con i numeri ci fermiamo in superficie, non andiamo oltre le notizie del TG. Stiamo sul filo della vita come funamboli, ma inesperti, alla prima esibizione. Così, con uno schiocco di dita, da un momento all'altro potrebbero farci cadere. E noi, invece, ci perdiamo nella nostra quotidianità, rincorrendo le solite scadenze che ci imponiamo o che ci vengono imposte. Mentre non la conosciamo, la vera "scadenza". E potrebbe essere domani, fra una settimana, fra una manciata di minuti o secondi. Allora sì che bisognerebbe correre, non necessariamente alla lettera, per arrivare alla "scadenza" definitiva con tutte le carte in regola, con la vita vissuta veramente, profondamente, per potersi poi dire fra sé e sé di non aver sprecato tempo.
Dall'altra parte della tavola, mentre scrivo, c'è Aurora, mia nipote, quasi due anni, piena di vita, gentile con chiunque incontri, senza pregiudizi né rancori, né odio. E senza odio è leggera, dentro.
Non posso credere che dovrà crescere in un mondo in cui, a pezzi, si fa la terza guerra mondiale. Un mondo in cui le prime due, guerre mondiali, non sono bastate da lezione. Un mondo in cui le "trincee" non hanno luogo fisso: possono essere il supermercato, il teatro, la metrò, l'aeroporto.
E i "combattenti" stanno da una parte e dall'altra stanno i civili, ignari di quello che sta succedendo, vittime. Una guerra in cui né i primi né i secondi vincono: entrambi escono perdenti, entrambi cessano di vivere. Una guerra folle, che dissemina terrore e accresce l'odio e la sete di vendetta.
Pare che Aurora non avrà mai pregiudizi, mai odierà qualcosa o qualcuno. Pare, e lo spero. Forse invano.
Che l'amore disinteressato di Aurora e di ogni bambino sia maggiore dell'odio che questi attentati provocano e vogliono provocare. Che il tuo amore permanga, perché non si meritano il tuo odio.