Incontri e riflessioni

Prepariamoci!

Scritto da Federica Cattelan il 04 Dicembre 2011.

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Incontri e riflessioni
La mattina del 2 dicembre si è tenuta all’Università Ca’ Foscari una lezione tenuta da Luca Mercalli, meteorologo e climatologo italiano, noto per la sua presenza nel programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.
Gli argomenti che ha trattato ruotavano tutti attorno ad un problema dei nostri giorni, sempre più sottovalutato: le risorse che usiamo quotidianamente, dal petrolio all’elettricità, non sono infinite; esiste un limite oltre il quale non si può più andare, al quale ci stiamo avvicinando.
Stiamo sprecando troppo e di tutto, e accumuliamo rifiuti che inquinano. Occorre un cambio di rotta realistico e generalizzato, che chiederà sacrifici, ma bisogna guardare in faccia il problema che esiste, è reale; ‘bisogna preparare l’adattamento dell’animale umano al potenziale impoverimento del pianeta’, come scrive Mercalli all’inizio del suo libro (Prepariamoci, Chiarelettere, Milano 2011).
Nel corso dei secoli l’uomo ha usufruito di una tecnologia sempre più potente, a partire dall’invenzione della macchina a vapore di J. Watt, eppure rimangono disparità incolmabili tra una metà e l’altra del pianeta. Siamo nel mezzo di un rapido cambio epocale, occorre fare qualcosa ora, perché aspettare non fa che aggravare la situazione già critica.
Non basta ridurre il consumo delle materie prime che si stanno esaurendo; occorre usare quello che rimane per progettare un salto che possa salvare questa Terra: le energie che lei stessa ci offre, come il sole, l’acqua, il vento… e dirigerci verso un mondo sostenibile.
Il nostro mondo (finito) è in grado di sopportare una crescita infinita (di consumi o di popolazione)? È naturalmente una contraddizione!
Abbiamo grandi macchine, grandi case che sprecano un sacco di energia, aspettative di vita sempre più lunghe grazie al ‘miracolo’ della scienza. Ma tutto quello che produciamo ha un ritorno negativo, che risponde al nome di inquinamento; esso causa malattie che colpiscono sempre più persone. Ma la gente non se ne cura, aspetta che qualcuno faccia qualcosa, dice che tutto andrà bene, pensa di avere tutto il tempo di prepararsi… Falso ottimismo! L’inquinamento non agisce solo sull’uomo, ma su tutta l’atmosfera, sennò come spieghiamo l’effetto serra? Il ritiro dei ghiacciai? Le alluvioni? Ma tutto ciò non si legge sui giornali: evidentemente il PIL e lo spread sono più importanti della sopravvivenza fisica del mondo.
Qualche germe di cambiamento si vede: forse qualcuno si sta accorgendo che stiamo affondando e cerca di orientarsi verso visioni alternative. Per primi i pannelli fotovoltaici per tagliare i consumi superflui, sprecare meno. Ma d’altra parte il cittadino medio di oggi vuole l’ultimo cellulare, i vestiti super firmati, vacanze importanti, accumulare soldi per comprare cose e case. A cosa serve esibire il macchinone che magari si è comprato a rate stringendo la cinghia sul cibo? Sono bisogni o desideri?
Manca poco, e poi non ci preoccuperemo più della borsetta alla moda, e cominceremo a sporcarci le mani nel nostro piccolo orto, una piccola cellula di sopravvivenza.
Io non voglio un futuro con il Suv o un computer che può fare tutto; io vorrei un futuro vivibile, sostenibile, più felice.
So che a un liceale questa notizia potrebbe non fare né caldo né freddo, ma il futuro è anche vostro: non potete affidarvi ai ‘grandi’ per il resto della vita!
Il mio discorso è una semplice riflessione senza la pretesa di convincere o spaventare, ma è importante che “si sappia”. Anch’io fino a pochi mesi fa “sapevo”, ma non me ne curavo; ora, se avrò catturato l’attenzione anche solo di una persona sarà già importante, e spero che questa persona giri il messaggio a sua volta.
E se avete 10 minuti tempo guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=NStyRt19flA
Era il 1992. È il 2012.
Dove pensiamo di andare?

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