La prof.ssa Cevro
Scritto da Marta Falcomer il 16 Febbraio 2023.
Scrivere su di te certamente non è semplice.
Vorrei ricordarti come una Professoressa che mi ha dato tanto, e non solo nell’ambito scolastico.
Non è strano che tu ed io fossimo molto legate, soprattutto dopo il periodo che ho trascorso da sola con te ad Hastings, tra la prima e seconda superiore. Da quell’estate sono trascorsi ben undici anni, ed io non sono più neanche così bambina.
Mi hai insegnato tanto. Se non mi avessi spinto a rimanere ad Hastings più del previsto, forse non sarei arrivata dove sono ora.
Mi hai insegnato a ri-amare l’inglese e a non perdere le speranze quando non capivo qualcosa. Mi hai aiutata anche in seguito, mentre mi stavo confrontando con gli esami all’università, e per me sei sempre stata una persona speciale.
Voglio ricordarti con un sorriso, pensando a tutte le volte in cui mi hai chiamato o mi hai inseguito lungo i corridoi urlandomi: “Falcomer, you didn’t take the vitamin C!!”. Per ironia della sorte, quando te ne sei andata io ero a letto con la febbre, forse proprio perché la vitamin C era da un bel po’ che non la prendevo.
Mi hai inseguito ovunque con la tua vitamin C, anche in Inghilterra, nei momenti più assurdi.
Ricordo quando mi hai visto con il mio amico inglese: “Oh, Falcomer, don’t do that!”, perché sapevi che sicuramente avremmo combinato qualche pasticcio. O quando ho lanciato un’intera lattina di diet coke addosso ad un ragazzo, e mi hai solamente detto “unbelievable, Falcomer, unbelievable”, con quel tuo sguardo che non dimentico, tra l’ironico e lo sconsolato.
Ricordo quando siamo andate a Londra: “Falcomer, you don’t need this bomber, it’s hot in London”. Sì, it’s hot in London, e quel giorno ha piovuto, nevicato e c’era un freddo assurdo, Decisamente molto hot la temperatura, e io senza giubbotto, solo con la felpa…
Esilarante un altro episodio, al Brighton Pier.
“Falcomer, you don’t need money, leave it at home!”, mi aveva detto il giorno prima. Io, come se non avessi già avuto esperienze simili, l’avevo ascoltata. Mentre camminavo assieme a uno dei ragazzi dello staff della scuola sul pier, mi si siede un gabbiano in testa e mi arraffa l’unico panino. Alle spalle, una voce squillante urla: “Falcomer don’t feed the seagulls!” (Eh, come se avessi dato io il mio panino al gabbiano!) e inizia a ridere. Liberatami del gabbiano e a pancia vuota, ricorderò sempre che mi disse: “Falcomer, you don’t have to feed the seagulls, they sit on you to eat”.
Avrei tanti altri aneddoti molto simpatici da raccontare, ma non voglio dilungarmi.
Vorrei che tutti ti ricordassero con un sorriso, perché sì: alla fine eri molto divertente se ti si conosceva bene, ed eri una persona molto colta e molto brava nel tuo lavoro. Hai contribuito alla mia formazione e a quella di tanti studenti che ti hanno incontrata negli anni. Anche grazie alle tue traduzioni assurde (“l’uovo è senza sale… sono caduto dalle scale” o cose così), perché sono le frasi della quotidianità, le frasi della vita di tutti.
E sai che ti dico? Vorrei che tutti potessero avere insegnanti così, in grado di far imparare e di far amare una lingua straniera.
Buon Viaggio, Cevro!
Con affetto e con qualche lacrima.