L'alito dell'umanità
Scritto da Emanuele Angela, 2BS il 02 Maggio 2011.
Ecco, ci risiamo: Mi sono di nuovo chiusa fuori casa. E’ già la terza volta, questa settimana!
Guardo esasperata il cancello chiuso, nella speranza che possa per qualche miracoloso motivo aprirsi, ma ovviamente non lo fa. In un attimo di rabbia tiro un calcio al muro adiacente. Che male!
Sputando parole blasfeme, mi guardo intorno e noto un’anziana signora che, avendo sentito le mie imprecazioni, ha rallentato il passo per fissarmi sbalordita. “I giovani d’oggi!… “, mi sembra di sentirle dire; ma forse è solo un’illusione data da questa giornata maledetta, dove sembra che il mondo ce l’abbia con me e si diverta a prendermi in giro.
Come se non bastasse, fa anche freddo e non passa nessuna macchina, e così, sbuffando, mi siedo sul marciapiede duro e gelido. La via è completamente deserta.
Alzo la testa: le nuvole sono viola, all’orizzonte il sole scivola stanco e tutto si muove a rallentatore.
Una macchia nel cielo attira la mia attenzione: è un palloncino che passa tra le nuvole e si innalza fino quasi a scomparire dalla mia vista. Io resto con il naso in su, concentrandomi per non perderlo.
Non so cosa darei per poter essere quel palloncino, per volare libero nel cielo, per volteggiare vicino alle nuvole… Cosa c’è di difficile nell’essere così leggero ed essere cullato dal vento? Non dover decidere nulla e abbandonarsi al sospiro del mondo… È poi così brutto essere schiavi dell’aria e della sua volontà?
Quell’aria, che ora sospira leggera muovendo le foglie degli alberi (niente fa rumore oltre a lei) sembra la regina indiscussa del pianeta, in questo momento.
Penso a quanti l’hanno respirata, a quanti respiri/sospiri contiene il vento.
La stessa aria, che ora muove tutto intorno a me, ha penetrato i polmoni di milioni di esseri umani, è entrata dentro i loro corpi, li ha violati, si è impossessata di loro per poi lasciarli e riprenderli ad ogni respiro.
Alzo un braccio, per sentirlo sulla pelle, l’alito dell’umanità!
Ho la vita tra le mani e per un misero secondo mi sento Dio.
Apro gli occhi. L’aria si è fermata, la magia è finita, le foglie sono ferme ed io ritorno ad essere una delle piccole creature che viene attraversata dall’aria, con una giornata sfortunata e un palloncino tra le mani, con la scritta “ti aspettiamo da tende e accessori per la casa”.